sabato 1 maggio 2010

La Riunione


Sì, lo so, è il primo maggio festa dei lavoratori e oggi tutti fanno scampagnate e pensano al lavoro meno possibile ma io che sono a volte bastian contrario e che non ho scampagnato e che non ho nessuna intenzione di unirmi alla bolgia variamente composita e orrendamente variopinta dei vacanzieri della domenica (e del sabato primo maggio) che invade il Lido me ne sto a casa a scrivere di lavoro

E non perché io adori il lavoro e non sopporti i giorni di ferie o di riposo, insomma non sono una cosiddetta “workhaolic” di anglosassone invenzione, anzi, mi piace un sacco starmene lontano dal lavoro e divertirmi e fare tutto ciò che si può fare nei giorni liberi con gli amici/parenti o in solitudine
Comunque mi piace anche lavorare, per fortuna da quando ho cambiato sto più che bene e non mi stancherò mai di ripeterlo, naturalmente sempre con i dovuti casini e spaccamenti di scatole che non possono mancare in qualsiasi impiego

Uno di questi è sicuramente La Riunione

Per me infermiera abituata al lavoro di reparto in cui le riunioni si risolvevano di norma in una decina di minuti, venti al massimo, in cui ci si davano le consegne, l’idea che si possano passare ore a parlare di un caso clinico, di un problema o di amenità varie è semplicemente paradossale, per non dire demente
Non sopporto di starmene seduta per tempi biblici a sentire parlare sempre i soliti (nel mio caso più le solite) che per la gran parte dei casi più che esporre le “ultime dal servizio” o cercare la soluzione a problemi impellenti o quant’altro, si beano della propria stessa voce e si pavoneggiano davanti all’assemblea con la ricerca di termini desueti o l’esposizione di interventi di successo
Ho scoperto che la dinamica si ripete in tutte le riunioni dell’universo mondo perché se la mia unica esperienza precedente era ricavata praticamente solo dai film e dai libri ho potuto leggere invece ultimamente un interessante decalogo che dice pane al pane e che è stato commentato da un fiume di parole da parte di poveri/e impiegati/e che lamentavano l’uso strumentale da parte dei soliti noti delle riunioni

Il tipico animale da riunione quindi è trasversale a tutte le società e le classi sociali e trova il suo habitat in questi luoghi di titillamento della propria vanità di solito anche ad uso e consumo del capo di turno, capo che spesso è il pavone principe e che organizza i raggruppamenti di poveri polli d’allevamento proprio per alimentare il proprio ego
Ecco quindi che La Riunione (spesso settimanale e spesso di lunedì, non so perché) diventa il Luogo di Pavoneggiamento del Capo e dei Suoi Accoliti/Leccaculo Nonchè Luogo di Tortura per Tutti gli Altri Peones


Per fortuna il mio capo non fa parte della categoria dei pavoni patentati, anzi è una brava persona che non ama mettersi in luce nonostante si faccia un culo quadrato a far andare avanti il carrozzone ma purtroppo qualche pavonetto/a è presente anche nelle nostre riunioni e quando attacca a parlare io inserisco il pilota automatico e penso ai cazzi miei, se poi hanno detto qualcosa di interessante poco male, mi faccio fare il riassunto epurato dalla ruota pavonesca dai colleghi che riescono a stare più attenti
In effetti il mio partire subito in quarta con la mente appena qualcuno parla di cose non particolarmente avvincenti dal mio punto di vista è una caratteristica che ho scoperto e affinato in questi ultimi anni e che spesso non riesco a togliermi neanche quando magari le cose dette possono interessarmi…vabbè, come già detto per fortuna ho chi mi salva e poi ormai ho la benedizione del decimo comandamento nel Decalogo della Riunione Perfetta:

1) Verificare che non ci sia un'alternativa migliore . Se la risposta alla domanda, perché ci riuniamo, è "perché ci riuniamo tutti i lunedì mattina", non riunirsi più.
2) Avere un'agenda per la riunione e condividerla con i partecipanti prima che la riunione cominci. Mandare a tutti una lista degli argomenti da discutere, con l'ordine in cui saranno discussi e quello che si spera di ottenere dalla discussione.
3) Tenere il numero dei partecipanti il più basso possibile. Una riunione può servire a qualcosa se vi partecipano sei persone. Al massimo, dieci persone.
4) Avere uno "scriba" che prende nota delle cose dette alla riunione, poi le riassume in un memorandum e le manda ai partecipanti.
5) Evitare il sistema di interventi tipo "tavola rotonda", in cui, sui dieci presenti, uno alla volta tutti prendono la parola per riferire quello che stanno facendo. Significa che, in ogni momento della riunione, almeno nove partecipanti non hanno niente da fare.
6) Cominciare la riunione in orario e finirla all'ora prefissata.
7) A meno di clamorose emergenze, non farla mai durare, al massimo, più di un'ora.
8) Evitare le distrazioni, dunque telefonini e blackberries spenti, vietare a chi è seduto davanti a un computer di controllare ogni due minuti le email.
9) Non sedersi sempre agli stessi posti: cambiare sedia e posizione contribuisce a mantenere un po' più viva l'attenzione.
10) Concentrarsi su quello che viene detto. Sembra un suggerimento banale, ma la tentazione di pensare ad altro è irresistibile. E, se proprio uno non riesce a fare attenzione, usare il tempo della riunione per fare meditazione trascendentale. Almeno ne uscirà più fresco, riposato e pronto a lavorare meglio. Almeno la riunione non sarà stata uno spreco totale.


ps: la foto naturalmente è presa dal web e sicuramente si tratta di un gruppo di modelli/e che fingono ad uso del fotografo di usare un cervello invece inesistente ma devo dire che non mi dispiacerebbe ritrovarmi in riunione con questo gruppetto di maschietti!!! :-D

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