domenica 22 novembre 2009

I 10 edifici più brutti del mondo


È appena uscita una notizia che titilla il mio spirito cazzeggiante tipico della domenica, quando non ho voglia di impegolarmi in considerazioni serie o meglio semiserie, vista la mia inclinazione di blogger
La notizia riguarda gli edifici più brutti del mondo e mi ha divertito rivedere una torre che manco a dirlo torreggia sull’orizzonte di Praga, meta di uno dei viaggi della scorsa estate
Ricordo molto bene che nella visita ad uno dei posti più belli della città, cioè il castello, abbiamo appuntato la nostra attenzione e le nostre macchine fotografiche sul panorama meraviglioso che si gode da lassù e immancabilmente la sua sagoma “inquinava” le foto
Ricordo però con altrettanta vividezza che uno dei partecipanti al tour turistico (mio nipote) era affascinato dalla potenza che a suo dire sprigionava la torre della televisione Zikzov, davvero altissima e imponente
Non possiamo stupirci quindi se nella classifica troviamo anche edifici che magari per noi sono simpatici o comunque non così brutti, infatti io stessa se trovo l’edificio praghese davvero un pugno in un occhio devo dire che altri palazzi non li butterei così alle ortiche, ad esempio una delle poche cose divertenti e allegre di Parigi per me è il coloratissimo Pompidou…magari non sono delle ville palladiane ma sono pur sempre un’espressione dei tempi in cui sono stati ideati e quindi meritevoli di rispetto


Gli unici che invece credo mettano tutti d’accordo in questa classifica sono questo orripilante ed enorme albergo di Pyongyang e la libreria nazionale di Pristina: davvero degli incubi in cemento!


il Ryungyong hotel



la biblioteca di Pristina

Noi come veneziani abbiamo la grande fortuna di poter spaziare con lo sguardo e vedere solo meraviglie architettoniche da lasciare senza fiato, eppure anche qui si annidano certi obbrobri incongruenti e stridenti con il resto della città, vuoi per necessità di risparmio (e questo è il peccato più veniale) vuoi per velleità artistiche di dubbio valore e qui ci sarebbe da prendere a pedate gli architetti che sprecano denaro pubblico per erigere opere discutibili

Cito solo come esempio per le due correnti di pensiero il complesso di abitazioni popolari a Sacca Fisola e il palazzetto dello sport…ma si potrebbe ampliare l’elenco perfino qui a Venezia, la città più bella del mondo


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sabato 14 novembre 2009

Copiare


Copiare è una delle cose che un bambino impara al più presto appena inizia ad andare a scuola, è una delle esperienze che accomunano gli studenti all over the world
Copiare, far copiare, suggerire o raccattare aiuti dai compagni di classe può essere essenziale nella riuscita in una determinata materia in cui ci si sente assolutamente impediti, magari la volta dopo le parti si invertono e chi era il brutto anatroccolo si ritroverà cigno ed elargirà perle di saggezza a chi è sotto il fuoco del professore
Chi non ha mai copiato? È quasi impossibile che uno studente medio non si sia mai fatto venire il torcicollo per sbirciare al compito del vicino, anche solo per avere la conferma alle proprie supposizioni e rincuorarsi in un momento di crisi


Chi non ha mai escogitato sistemi complicati per ricordare formule astruse o passi ostici in vista di un esame importante? Io non sono mai stata una studentessa modello ma me la cavavo abbastanza bene senza grandi patemi e di norma ero più una suggeritrice che una suggerita ma ricordo altrettanto bene che in alcuni casi ho dato man bassa a tutti i sistemi di scopiazzatura perché certe formule o certe date non mi rimanevano in testa e non mi sentivo certo una fuorilegge per questo, anzi, aiutarsi tra compagni rafforzava il vincolo che c’era tra di noi e faceva crescere l’amicizia
Quelli che invece non suggerivano mai e facevano i primi della classe erano sempre ai margini, si rivelavano dei secchioni antipatici che rimediavano ben poca simpatia nel gruppo
Può essere che poi nella vita abbiano avuto un percorso che comprende un lavoro appagante in una posizione di successo ma non credo che la loro vita sociale sia particolarmente vivace, a meno che non si siano poi resi conto di quanto sia penalizzante il ruolo del primo della classe anche nella vita
Ancora adesso infatti continuo ad incontrare persone che subito fanno scattare in me il campanello “secchione!” perché riconosco in loro il seme del male del volersi differenziare a tutti i costi dal resto della gente, del sentirsi sempre una spanna più in alto, del ritenere il successo la cosa più importante della vita per la quale si calpesta tranquillamente il anche il migliore amico…ammesso che ce l’abbiano!
Una vita triste e solitaria attende questi primi della classe invecchiati perché non si rendono conto che il successo è sicuramente piacevole ma se non si ha nessun altro interesse e nessuno con cui dividere i momenti importanti ci si ritrova incattiviti e ansiosi a perdere il proprio tempo su problemi lavorativi anche quando si è liberi…con grande gioia delle proprie coronarie!

Questo post mi è sgorgato dal cuore appena ho letto la notizia che in una scuola milanese un professore ha fatto firmare una specie di giuramento ai suoi alunni in cui promettono di non copiare e non suggerire, nonché il contrario naturalmente, e io la trovo una cosa aberrante e stupida per non dire diseducativa
Lo so che per un insegnante è un po’ uno scorno vedere che uno studente invece di studiare si appoggia ai fogliettini o alla bravura dei compagni ma a mio parere questa è una delle esperienze imprescindibili nella vita che aiutano invece a capire i valori etici di convivenza civile: che cos’è un suggerimento se non un aiuto ad una persona in difficoltà? Io mi terrei ben alla larga da chi non ha mai suggerito perché come dicevo si rivela poi una brutta persona, meschina e votata all’appagamento solo dei propri scopi, senza tener conto degli altri
Viva la copiatura!

venerdì 6 novembre 2009

New York


È quasi una continuazione del post precedente ma non è vero che parlo solo di corsa, non sono così assatanata, mi piace, mi diverto, rompo un po’ i maroni ma non eccessivamente…o no?
Insomma come dice il grande Linus (se corro la colpa è anche sua) io non parlo sempre di corsa e di maratone, ma quando ci vuole ci vuole quindi parliamo di New York
Sì, New York, LA maratona, quella che tutti i runners sognano, quelli che volano a tempi impossibili e gli imbranatoni come me: chi non ne ha mai sentito parlare?
La conoscono anche i non addetti ai lavori perché il fascino di una delle città più famose e più belle del mondo si unisce ad una manifestazione agonisticamente appetibile ma allo stesso tempo gioiosa e divertente grazie alla partecipazione del pubblico e dei supporters lungo tutto il percorso


Sembra infatti che il passaggio dei pazzoidi in pantaloncini sia salutato da incessanti e continui applausi e incitazioni, tanto che un amico esperto mi ha detto che una cosa furba è quella di scrivere il nome sul pettorale in modo da ricevere qualche urlo “personalizzato”…sperando che non si tratti di insulti!!!
Ma sto solo scherzando, in realtà pare che nella grande mela la maratona sia assolutamente ben vista, e non solo perché fa guadagnare un sacco di dollaroni con tutto l’indotto che portano i circa 40000 partecipanti ma anche perché lo spirito infantile tipico dell’americano medio trova in queste giornate il modo migliore di esprimersi con canti e balli improvvisati oltre che con i tradizionali arnesi da stadio
Anche a Venezia per fortuna la gente è stata gentile e spingeva (metaforicamente) gli atleti con grida e musica lungo la strada, e perfino nel finale in città, dove potrebbe infastidire non poco la scarsa popolazione assediata già da torme di turisti non ho mai sentito un commento negativo ma solo grande partecipazione ed entusiasmo, anche se ero bella cotta!!!

Così New York che aleggiava nell’aere già da un paio di anni ma che non sono ancora riuscita a concretizzare arriverà di sicuro nel 2010, naturalmente sempre con i dovuti scongiuri
Forse il piccolo e stupido incidente al piede che però mi ha bloccato per un bel po’ mi ha fatto decidere definitivamente perché mi sono resa conto che per quanto io sia una giovanissima ragazza piena di energia il tempo passa per tutti, e non vorrei ritrovarmi a rimpiangere di non averci neanche mai provato quando sarò vecchia e impedita…fra cento anni, eh!!!

Ecco, New York è stata forse la città in cui ho cominciato il mio diario di viaggio visto che come dicevo è da lì che è nata la mia passione per i viaggi e allora ci torno dopo 4 anni per controllare che la panchina del central park sia ancora accogliente e che la scritta sia ben leggibile…no, non la mia, io non sono una writer, quella che è stata posta da chi ha donato i soldi per dare ad altri la possibilità di sedersi ed ammirare le bellezze della natura…diceva più o meno così: ”In ricordo della mia amica … con cui ho passato moltissimi momenti di gioia, spero che quelli che si siedono qui abbiano la fortuna di incontrare una amicizia così nella loro vita”


Amo questa città, è dura come l’acciaio ma ha un cuore tenero e poetico…New York arrivo!