domenica 22 marzo 2009

Benzina e 'mbuti


Ieri sono andata con due amici a farmi un giro "in terraferma" come si dice tra noi isolani, per una paio di ragioni: la prima è che dovevo fare un po’ di compere e la seconda è che a breve mi scadono le corse con il ferry boat, quindi se non le faccio entro il mese perdo i soldi e li regalo all’actv, quindi anche solo per evitare ciò mi sarei fatta una corsa su e giù per il ferry senz’altro scopo che non lasciare neanche un’euro all’azienda trasporti!!!

Tutto è andato molto bene, ci siamo divertiti e abbiamo fatto shopping, poi al ritorno a casa siamo subito ripartiti per una bella pizza in compagnia
Anche qui tutto bene senonchè al ritorno dalla serata la macchina (una meravigliosa yaris di appena un anno) comincia a rallentare nonostante io acceleri: ma come? La macchina è nuova, l’ho appena portata a fare il tagliando, non mi ha mai dato problemi…poi l’occhio cade sulla spia della benzina e si risolve il mistero!

In 43 anni di vita e circa una ventina di patente non mi era mai capitato di rimanere senza benzina! (solo una volta ma in macchina di un’amico che faceva benzina sistematicamente con poche lire e gli sarà capitato almeno 4-5 volte di appiedarsi/ci/mi)
Per fortuna nello stesso momento ci sorpassa l’auto di un altro degli amici che tornava a casa così mandando segnali audio-visivi (fari, clacson, telefonino, segnali di fumo, ecc ecc) lo facciamo accostare per avere una spalla amica su cui piangere e soprattutto una automobile carburata su cui contare!
Il nostro angelo salvatore infatti ci scarrozza su e giù per il Lido, portando a casa chi doveva andare a nanna e aiutando le ultime superstiti (io e mia sorella) a fare benzina in una tanica (anche qui prima volta in vita mia) e poi a riversarla nel serbatoio

La nostra perizia era decisamente scarsa, ma ce la siamo cavata egregiamente grazie appunto ad un tanicone da 200 litri che abbiamo trovato dietro il distributore (manco mal!) e poi con vari armeggi che comprendevano un’imbuto (Corrado Guzzanti docet!) e una bottiglia vuota
Insomma tutto è bene quel che finisce bene, anche perché al momento dell’impasse mi sono venuti in mente almeno una decina di altri posti in cui ieri avrei potuto arenarmi e tutti molto meno tranquilli di una strada del Lido poco trafficata alle undici di sera!

Lo so, la colpa è mia e solo mia, ma chiamo in causa anche la yaris a cui finora non avevo trovato difetti: ma una spietta della benzina no? Infatti l’unica cosa che non ho molto apprezzato della macchina appena comprata è stato il cruscotto con quel display luminoso che mostra i chilometri in cifre e tutte le varie notizie aggiornate dal motore con grafiche molto carine ma un po’ uniformi, io avrei preferito le lancette che vanno su e giù alla luminosità verde e piatta del display e una bella spia rossa se la macchina è in riserva

In realtà avevo visto la mattina che ero scarsa di benzina ma ho pensato di farla più tardi, poi chiacchiera e compra, compra e chiacchiera…mi è passato di mente!
Vabbè, sono stata molto fortunata e alla fine l’avventura mi servirà a passare immediatamente dal benzinaio non appena il monitor mi segna che siamo a metà serbatoio, così da diventare la beniamina dei benzinai lidensi!

Un saluto ai compagni di avventura ma soprattutto un grosso bacione al nostro salvatore che di nome fa Franco: smack!

ps: putroppo non ho foto della serata, cioè le ho ma sul telefonino e non ricordo dov'è il kit per traferirle sul computer, così ho pensato che un bel video di 'mbuti può essere una valida alternativa!
http://www.youtube.com/watch?v=njhdUjwWsv8

domenica 15 marzo 2009

Profondo rosso







L’ho già detto più volte, io amo vivere al Lido, un posto che per qualcuno potrebbe sembrare una tomba perché non offre molto riguardo a divertimenti notturni o cose del genere ma che a me invece piace anche per questo: non ero una grande appassionata di discoteche et similia neanche a 20 anni, figuriamoci a 40 (43 per la precisione…che vecia!)

Mi piace invece moltissimo il Lido perché offre una serie di luoghi in cui si può stare da soli o in compagnia senza il rumore assordante del traffico ma ascoltando il suono del mare e dei gabbiani, si può vedere il cielo diurno o le stelle senza accecarsi con le luci della città, si può fare qualche chilometro (pochi) in tranquillità senza dover per forza iscriversi in palestra e intristirsi su tapis roulant in mezzo ad altri esaltati

Così l’altro giorno visto che il tempo era tra i miei preferiti, cioè cielo nuvoloso e temperatura perfetta, mi sono messa le scarpe da corsa e via, verso la mia amata spiaggia dove sapevo che non avrei incontrato molte persone per via della minaccia di pioggia e mi pregustavo già una corsa meravigliosa con un panorama stupendo: nuvoloni alternati a spazzi di cielo azzurrissimo, il sole morente che colorava di arancione tutte le cose e accendeva di fuoco le nuvole e il mare…una meraviglia!
Nelle orecchie erano già partiti i Radiohead che al mio comando avevano attaccato con una delle canzoni preferite (Pyramid song) che accompagnava trionfalmente la mia discesa verso la riva del mare
Insomma tutto perfetto, ero al settimo cielo e ringraziavo in cuor mio il Lido e i suoi spazi quando mi si affianca un tipo che corre alla mia velocità

All’inizio lo saluto come si usa tra corridori e amen, ma poi vedo che mi parla così mi tolgo le cuffiette per sentire, il tizio chiacchiera del più e del meno e io me ne sto con la mia canzone della piramide che sfuma in mano invece che nelle orecchie
Cerco il momento in cui si allontanerà vista la mia scarsissima velocità...ma non molla, insomma mi arrendo e spengo la musica perché ho capito che la mia corsa solitaria si è trasformata in una corsa a due
Il tipo mi sembra anche simpatico e tranquillo, anche perché sennò l’avrei mollato con una scusa, e mi dispiace lasciarlo su due piedi (anche se correnti) visto che è evidente che ha una gran voglia di parlare, così me lo trascino fino alla mia meta e ritorno chiacchierando del più e del meno
Alla fine ci dividiamo e pur avendo passato un’oretta piacevole un po’ mi dispiace di non aver potuto godere di quella che il grande Battiato chiama "amata solitudine" che è una delle prerogative che amo della corsa

Chiariamoci: io adoro anche correre in compagnia, non per niente rompo le scatole a tutti gli amici e parenti per scammellare su e giù per le spiaggie dell’isola, ma quando mi programmo una corsa da sola mi piace farla davvero da sola, per godere fino in fondo delle sensazioni date dai cinque sensi in questo posto fantastico

Vabbè, ormai è andata, faccio i miei esercizi di stretching e mi gusto il cielo sempre più nero e le prime avvisaglie di pioggia: che spettacolo!
Così arrivata a casa non faccio altro che prendere la macchinetta fotografica e ri-uscire alla velocità della luce per cercare di catturare su pixel quei colori e quella magia di un tramonto tra l’inquietante e il sublime
I risultati li vedete, non ho una canon da 2000 euro quindi accontentavi!

ps: il titolo del post si riferisce naturalmente al bel film di Argento (a mio parere il migliore tra gli argentei) e al colore stupendo che come direbbe Guccini "rosseggiava la città" (o meglio la laguna), ma anche al mio conto in banca che in effetti dopo gli innumerevoli viaggi della scorsa estate langue un pochino!
Ieri sera infatti c’è stata la cena/riunione organizzativa delle ferie 2009 con parenti e amici e oggi per sicurezza ho dato un’occhiata al mio conticino che mi guardava con aria saggia e mi diceva di limitare le pretese…vabbè, la crisi colpirà anche il mio budget viaggistico per quest’anno…forse!!! :-D

martedì 10 marzo 2009

Teatro




Mai come quest’anno sono andata a teatro, complice forse un inverno bello rigido che invoglia a rifugiarsi al chiuso ma anche la possibilità di avere qualche biglietto agevolato da una amica a cui dovrò fare un monumento!!!
Domenica per la prima volta ho visto una commedia di De Filippo in teatro, finora ero rimasta alle versioni televisive con il mitico Eduardo e la sua compagnia, o ai film tratti dalle sue opere, ma stavolta la “Filumena Marturano” me la sono goduta da un palchetto del teatro Goldoni
Il palchetto era l’ultima possibilità di trovare un posto (stavolta niente biglietti scontati!) e con l’alternativa di trovarmi al terzo piano addossata alla parete di fondo ho optato per il primo ordine, palchetto laterale, anzi lateralissimo: se volevamo lanciare fiori dovevamo stare attenti a non pigliare qualche attore in testa perché ci trovavamo appostati come falchetti proprio sopra al palco!

Così dal nostro trespolo abbiamo assistito alla performance del bravissimo Luca De Filippo (che somiglia in maniera impressionante al padre, se si toglie un po’ di altezza e un po’ di peso) e la appassionata Lina Sastri
La Sastri non è tra le mie attrici preferite, l’ho sempre trovata un po’ antipatica, ma dopo l’altra sera non posso che ammettere che è una vera grande attrice, magari non proprio simpatica, ma con una incredibile capacità di entrare nel personaggio e di renderlo vivo e vitale: basti dire che durante lo spettacolo nei momenti topici le scendevano le lacrime a testimoniare quanto era coinvolta

Spesso mi tornava in mente il film con la Loren e Mastroianni, e rivedevo con la mente alcune scene, ma non si può paragonare un film ad un’opera teatrale, anche se quella volta la coppia di attori italiana per antonomasia fece un lavoro superbo, e ci regalò uno dei film più belli del loro sodalizio, con un Soriano indimenticabile e una Marturano sofferta

La fine della serata non poteva andare meglio perché siamo stati invitati a cena per il piatto che io adoro sopra ogni altro e che mi sbaferei a quintali, cioè gli spaghetti con il sugo di cozze, per gli amici “pasta coi peoci”
Cosa c’è al mondo di più buono di un piattone di pastasciutta? E quale pasta è più buona di quella con i peoci? Insomma una serata perfetta, innaffiata da un prosecco comprato dalla sorella in un bar dove il barista cingalese ne ha esaltato le qualità con un perentorio: “Fidati!”
Ed è lo stesso che dico a chi vuole avvicinarsi al teatro: fidatevi

Un salutone ai compagni di teatro e alla bravissima cuoca!

domenica 1 marzo 2009

Autunno


Le giornate si allungano, il freddo non è più così tenace, il sole fa capolino un po’ di più e in giro qualcuno comincia a dire che c’è la primavera nell’aria e che si sente l’arrivo della primavera ma io non so perché quest’anno continuo a sentire un bel gelo e il pallido sole non riesce ad arrivare al cuore
Sarà per l’umidità che è aumentata alla quale preferivo il freddo pungente di qualche settimana fa, sarà perché ancora adesso il sole proietta delle lunghe ombre o perché in effetti tanto caldo non fa ma mi pare che sia autunno

Mi sembra come quando da piccola a settembre andavo in montagna (in realtà in collina alta) e lasciavo la spiaggia e il sole dell’estate per tornare dopo una ventina di giorni e trovare le prime foschie e i primi freddi e quell’atmosfera malinconicamente tranquilla che è il preludio all’inverno
Adesso è uguale, non sento nessun risveglio nell’aria e mi pare che invece che marzo siamo a ottobre, pronti per una castagnata invece che per riprendere i vestiti leggeri e poi ritornare in spiaggia…

Boh, non capisco la ragione di questo mio sentimento, mi limito a considerare questa strana primavera alla stregua dell’autunno e a coglierne ogni lato, anche quelli negativi, perché nella vita le cose un po’ le possiamo dirigere ma un po’ girano come vogliono e a noi a volte sta solo di lasciarci andare al flusso senza farci troppi problemi…buon autunno a tutti!


ps: la foto in realtà viene dal mio reportage fotografico svedese/norvegese, ma si addice al clima :-)