mercoledì 30 giugno 2010

Fuori della casa


Taricone non era certo il mio mito, non amo il grande fratello, e a parte un paio di eccezioni non l’ho mai guardato però mi dispiace molto che se ne sia andato e non solo perché a 35 anni è decisamente troppo presto per mollare questo mondo ma anche perchè alla fine mi era simpatico

Mi è piaciuto molto il suo “gran rifiuto” quando alla fine del primo reality della tv italiana disse no a tutta la serie di minchiate che la premiata ditta “costanzo-de filippi” ha perpetrato per mesi e mesi, ammorbando le serate televisive con trenini e cazzate varie

Lui è stato l’unico dei cosiddetti gieffini della prima ora che ha seguito una strada diversa, non si è abbassato a fare il pagliaccio per l’audience e ha cercato di migliorarsi, arrivando a recitare in film e fiction di un certo livello…non era certo De Niro ma neanche sfigurava

Un saluto a Pietro

giovedì 24 giugno 2010

A casa


Alla fine il verdetto è più che giusto, abbiamo giocato male per due partite e mezza, e una mezza partita scarsa di orgogliosa rimonta non può cancellare il resto del mondiale italiano
Una squadra inesistente, svogliata per la maggior parte del tempo, senza scopo né grinta, impastoiata in attacco, forata in difesa, incapace di infilare un gol decente per quasi tre intere partite
Il Lippi probabilmente credeva di forgiare una compagine a sua immagine e somiglianza nella quale non servissero i talentuosi ma spaccamaroni Balotelli e Cassano, e neanche il “vecchio” Totti, solo per parlare dell’attacco
Invece la mancanza si è sentita e davanti alla porta solo a tempo quasi scaduto Di Natale si è un po’ risvegliato mentre il povero Gilardino (che mi è sempre stato simpatico…ed è pure carino che non guasta) non è entrato mai in partita e infatti si è ritrovato addirittura in panchina all’ultimo appello

Un po’ di sfiga non la possiamo sottovalutare, con Buffon (che mi sta sulle scatole da sempre) e Pirlo (che invece mi piace da sempre) infortunati, ma il portiere non avrebbe fatto alcuna differenza visto che il sostituto se l’è cavata egregiamente (ed è pure moooolto più bello), diverso il discorso riguardo al grade Pirlo che davvero in questa squadra sembrava l’unico con un cervello pensante ed in grado di impostare qualche giocata insidiosa

Gli slovacchi esultano anche se la vedo dura per il loro prosieguo nel campionato mondiale, a meno di qualche miracolo non credo arriveranno molto in alto, mentre il Paraguay anche in forza del suo nome probabilmente ha più chance di superare qualche altro turno…ma con il calcio non si sa mai, come abbiamo visto!

Lippi alla fine esce dignitosamente prendendosi tutta la responsabilità per questa disfatta, però non sarà questa l’affermazione lippiana che rimarrà nei secoli dei secoli a ricordarci del mondiale 2010 ma la ormai ridicola “poi non montate sul carro del vincitore”!

In effetti anche se in questo caso non è per niente azzeccata si tratta di una abitudine italiana che ci portiamo dietro da secoli, quella di aggregarsi al più forte, con la furbizia scaltra di popolazioni un tempo in lotta per la sopravvivenza ed il cibo, poi in lotta per un posto alle sfilate ed il nuovo I-pad
La gran massa del popolo italico si muove a senso unico verso il traguardo attaccandosi come delle piattole alle caviglie dei vincenti senza un minimo di pudore o di ripensamento e pur di trovarsi sul podio rinnega qualsiasi cosa

Al lavoro chi non ha mai avuto un/una collega con grandi doti di annusamento dell’aere che non appena sente cambiare il vento si fionda nella direzione giusta per ritrovarsi improvvisamnete amicone/a di quel/la collega prima detestata ma che adesso che diventerà il nuovo capo è improvvisamente simpaticissimo/a!
In ospedale non è molto frequente tra gli infermieri perché di caposala che mollano gli ormeggi in favore di altri colleghi ce ne sono ben pochi, e di norma solo per raggiunti limiti di età, ma tra i medici succede abbastanza spesso che abbondino le trame machiavelliche messe in atto ad ogni rimescolamento di carte e ad ogni arrivo di nuovi primari

In politica la teoria del carro vincitore è anche più evidente che in altri campi se dobbiamo ritrovarci gente che militava nell’estrema sinistra finire a leccare il culo al cavaliere…esempi? a bizzeffe, cominciando da Ferrara, che per fortuna è un po’ sparito, continuando con Bondi che ha fatto lo stesso identico percorso ed è arrivato allo stesso identico finale, con un leccaggio anche più ossequioso e rivoltante, e finendo l’illuminante excursus con il simpaticissimo Capezzone che passa allegramente dai radicali (liberi?) alla solita forza italia con un triplo salto mortale…non che i radicali siano poi così lontani dalla destra, ma si tratta pur sempre di un bel salto sul predellino del carro già citato

Ma bando al girare il coltello nella piaga degli italici mali, stasera festeggiamo l’uscita dell’Italia dai mondiali che se toglie sicuramente un po’ di pathos alle prossime partite toglie anche un bel po’ di fumo dagli occhi agli italiani che magari si accorgeranno prima delle inculate che si prendono in continuazione dal nano malefico, ormai privo del circenses che serve ad addolcire l’entrata posteriore

sabato 19 giugno 2010

Londra 4

Oggi la giornata chiamava vento e pioggia e tuoni e fulmini e così è stato, non proprio in modo esagerato ma tanto da calare bruscamente la temperatura già non particolarmente alta

E visto che proprio il caldo mi opprime quando corro avevo pensato con la combriccola dei matti di andare a fare un bel giretto per riprendere un po’ la corsa visto che questa settimana mi sono proprio impigrita e non ho mosso un passo…come volevasi dimostrare!

Ma niente: quando tutto era già pronto e mi stavo quasi per mettere le scarpine è arrivata la disdetta e così mi sono fossilizzata in casa a:
1 – vedere un film che pareva anche carino ma che alla fine si è rivelato una cavolata su canale 5
2 – sistemare qualche cosuccia in casa che da tempo rimandavo
3 - smanettare su internet per l’organizzazione del sempre più vicino viaggetto a Londra

Il prossimo scalo in terra inglese infatti è tra poco e in questo caso si tratterà di una primizia per me perché è la prima volta in assoluto che vado all’estero con dei pargoli, e devo dire che non vedo l’ora di “vedere” la mia città preferita con gli occhi dei bambini...anche se pure io quando ci vado mi ritrovo a sognare come nelle fiabe visto che in quale altra metropoli trovi praticamente un castello nel cuore della città?


Mi sto informando riguardo alle tariffe (ci sono sempre e ovunque sconti per bambini, come è giusto) e alle attrazioni che potremo vedere, sto facendo un pensierino perfino sullo zoo che io non amo particolarmente ma che magari ai giovincelli può piacere: intanto mi stampo tutti i voucher che danno la possibilità di entrare 2 al prezzo di 1 e mi porto sicuramente la mia tesserina da studentessa attempata che di norma nella civilissima Londra mi valutano valida, cosa che in Italia invece capita raramente

Così navigando felice anche con il pensiero mi sono tornate alla mente le ultime vacanze londinesi e mi sono rivista tutte le ottomilacinquecentotrentadue foto che presto saranno rimpinguate dalle nuove che scatterò a raffica in questa nuova avventura, e mi pare che quest’ultima settimana di giugno non debba passare mai e che non arrivi mai il 2 luglio quando risalirò su un aereo per rivedere il mio Big Ben con il suo suono così familiare, il mio Tower Bridge che si alza con un rumore da dinosauro scampato alla strage, la mia Westminster Abbey…e magari speriamo di ritrovare la sagra come l’anno scorso!


E poi i miei parchi meravigliosi, il mio British Museum e soprattutto la mia National Gallery dove qualche anno fa mi sono perfino commossa a vedere con che dedizione e passione i volontari raccontano le storie dei quadri ai bambini: uno di loro si è perfino prodotto in una specie di acrobazia per impersonare Ulisse che scappa da Polifemo


Ecco perché adoro Londra e i britannici, non riesco ad immaginare una scena del genere qui nell’Italia involgarita e caciarona che ha preso il posto del Belpaese…speriamo che la nottata stia passando

martedì 15 giugno 2010

Vuvuzelas e tappi

Cominciato il campionato del mondo di calcio e io non riesco ancora ad appassionarmi, stranamente a me che il calcio piaciucchia stavolta non mi prende la svirgolata per le partite
Sarà che in rai sono visibili solo alcune partite visto che sky si è comprata tutti i diritti (bella fregatura per chi è interessato al calcio ma non naviga in buone acque), sarà che finora le partite che ho guardato a tratti non sono state memorabili, compresa quella dell’Italia che era meglio del valium, ma non sono proprio entrata nello spirito


Fra l’altro per me nonnetta 45enne (quasi)i veri e unici mondiali restano quelli dell’82 durante i quali si sentiva proprio crescere giorno per giorno il tifo per la squadra e nei quali mi appassionai oltre ogni limite: ricordo ancora la finale vista da tre giovani donzelle in un bar nel quale c’erano anche un paio di campeggiatori tedeschi “figli dei fiori style” vagamente tifosi che alla fine hanno usufruito delle bevute pagate dai vari avventori felici per la vittoria!

L’immagine della timida esultanza dei due al gol della Germania in mezzo allo sfottìo benevolo generale mi torna in mente ogni volta che ci sono i mondiali e ogni volta mi aspetto qualcosa di simile ma finora non c’è stato alcun ricorso, anche 4 anni fa la vittoria dell’Italia è stata un bel momento senza dubbio ma non raggiungeva le sensazioni di quella calda estate

Forse sono anche i giocatori che mi piacciono poco, sono troppo fighetti, ormai troppo impelagati con lo show business per ispirare simpatia, per non parlare dell’allenatore che con il matto ma simpatico Bearzot non ha davvero nulla a che fare
E poi chi li conosce più? Ieri ogni tanto spuntava un nome mai sentito e mi trovavo a brontolare da sola come i vecchi rimbambiti: “ma Pepe chi cavolo è?” “e questo da dove viene?”
Ok, non sono certo un’espertona di calcio ma neanche così a digiuno da non sapere i nomi dei principali giocatori…vabbè, vedremo che combinano sti carneade


L’altro problema sta nelle famigerate trombette dette “vuvuzelas” che ammorbano tutte le cronache in video e radio con un suono fastidiosissimo che giustamente Linus ha paragonato a quello delle mosche che ronzano su qualcosa che non nomino: paragone calzantissimo!!!
Sembrava che la FIFA avesse rotto le scatole agli organizzatori per evitare questo grandissimo spaccamento ma nulla hanno potuto contro centinaia di migliaia di tifosi che strombettano allegramente per la totalità delle partite: complimenti per i polmoni!
Intanto pare che anche gli occidentali si adeguino se anche un ragazzo del forum che se n’è andato a vedere un po’ di incontri ed era alquanto sconvolto da questi strumenti (di tortura!) alla fine se ne è comprata una pure lui e strombazza felice in mezzo alla folla!!!

Mi risulta però che siano molto in voga anche alcuni strumenti di piacere:


no, non sono quello che sembrano ma dei semplicissimi tappi per le orecchie!!! :-)

Anche qui nella vecchia Italia sarebbero molto utili per non sentire certe minchiate che continuano ad uscire dalle bocche dei nostri amati politici ma qui il discorso si fa lungo e vagamente populista, però devo ammettere che io uso i tappi per le orecchie virtuali: appena esce in video al tg un politico giro canale prima ancora che apra bocca, da qualsiasi parte provenga

Non si tratta infatti di una nausea da berlusconate che ormai non è nenache più una patologia acuta ma cronica, ma un rifiuto proprio per tutto tutto tutto quello che riguarda la politica…
Mi si dirà che non va bene, che è così che gli stronzi vanno al potere ma non so che farci, e poi io gli stronzi non li ho mai votati e non li voto neanche ora, è che non voglio proprio sentirli sparare stronzate, vivo meglio e non mi incazzo come una cretina davanti allo schermo da sola in modalità “vecchia rimbambita” come da inizio post

Massì, perché rovinarmi le serate con le facce fastidiose e le voci ancor più fastidiose di berluscafinibersanitremontibossigelminiepifani e compagnia cantante? Meglio, molto meglio i Simpson!!!

mercoledì 9 giugno 2010

Colpo di fulmine

Oggi per fortuna la sorellina ha avuto l’idea di fare un giro a Palazzo Grassi che tutti i mercoledì è gratis per i veneziani e per fortuna non mi sono lasciata prendere dalla stanchezza di una giornata lavorativa non dura ma lunghetta forte visto che al termine del solito tran tran mi sono sciroppata una capatina alla giudecca sotto un sole cocente

Comunque come dicevo ha prevalso la curiosità e mi sono unita a Elena per la nostra visita culturale/goliardica visto che quando andiamo per musei un po’ siamo serie e un po’ ci divertiamo, specie alla vista di certe opere contemporanee che in molti casi hanno proprio come fine quello di far sghignazzare i visitatori
Una di queste è senza dubbio una “scultura”, ma il termine ormai è inappropriato, formata da due enormi peluches che fanno le loro cosine con espressioni gaudenti: l’artista Paul McCarthy (quasi omonimo del nostro sir) dice che così vuole puntare il dito contro la cultura americana dell’intrattenimento e ricontestualizzando in questo modo due pupazzi di evidente ispirazione disneyana mette alla gogna una delle icone dello star-system hollywoodiano


Altro discorso per l’installazione che si presenta al piano terra del palazzo e che ricorda la discoteca di Travolta nella “Febbre del sabato sera”, solo che qui alla parete si trovano le immagini di una serie infinita di attori nei ruoli di ufficiali nazisti e il contrasto tra la musica dance, il pavimento illuminato e colorato e le facce dei vari Harrison Ford, Marlon Brando, ma anche di Gabriel Garko, è spiazzante…fuorchè per i bambini che se ne impippano delle foto e si mettono subito a scorrazzare per la pedana rincorrendosi e rotolando!


Oltre a queste altre opere mi hanno divertito, interessato, incuriosito, intrigato, tanto che io che sono una museista “free” che mal sopporta le audioguide (al contrario di Elena) e i cartoncini esplicativi mi sono ritrovata più volte a leggere i suddetti cartoncini alla ricerca di ulteriori notizie riguardo a qualche quadro interessante

Ma il colpo di fulmine è arrivato nella stanza all’ultimo piano del palazzo (che già di per sé merita una visita) in cui ho trovato l’opera del giapponese Takashi Murakami
La sala è grande ma non enorme e l’opera di dimensioni notevoli si estende lungo tre pareti, si tratta infatti essenzialmente di un trittico che un critico d’arte ha paragonato alle tele rinascimentali dei nostri geniali artisti ma io anche se sono meno poetica non esito a definirla un vero capolavoro
Che rappresenta? E qui sta il bello perché non c’è nessun ammiccamento alla nostra cultura occidentale, nonostante si tratti di un “quadro” progettato su commissione per questa esposizione di Palazzo Grassi il pazzo giapponese ha ricercato riferimenti alti nella cultura millenaria del suo paese, intrecciandoli con le suggestioni dei manga e la pop art contemporanea

Non per niente uno dei suoi riferimenti è Andy Wahrol, del quale oltre alla concezione di arte popolare ha mutuato anche l’idea della “factory”, cioè della “fabbrica” in cui i pezzi vengono prodotti per essere distribuiti sul mercato
Il nostro Murakami ha ben pensato di trarre profitto dalle sue notevoli capacità e invece di emulare molti artisti che inveiscono contro la società e le sue regole economiche, salvo poi piegarsi docilmente alle stesse perché bisogna pur campare, si è ben organizzato e oltre ad aver stretto alleanze proficue con multinazionali del lusso (Louis Vuitton) vende lui stesso i gadget che scaturiscono dalla sua "fabbrica": trovo questa mentalità molto più in linea con lo stile artistico e non sono per niente d’accordo con i critici che probabilmente in forza del loro appellativo appunto criticano fortemente questa scelta


Non vedo perché un artista non possa anche essere un ottimo imprenditore di sé stesso, e fra parentesi più o meno tutti gli artisti lo sono stati, da Michelangelo che sbaruffava a dì alterni con papi e signorotti del tempo per ottenere sia la libertà espressiva sia la giusta mercede, al mio amato Tiziano del quale ci sono rimaste lettere di fuoco in cui si lamenta del mancato pagamento di alcuni lavori, al già citato Wahrol che al contrario del talentuosissimo Murakami non sapeva tenere in mano una matita ma la sapeva lunga in fatto di public relations e ha di fatto aperto una nuova fase dell’arte nel suo rapporto con la società

Non sto qui a dilungarmi nella descrizione dell’opera, vi consiglio se siete veneziani di andare a vedere la mostra che comunque merita e se non sarete fulminati come me non importa: se ci andate di mercoledì vi sarete fatti un bellissimo giro in uno dei palazzi che si affacciano sul canal grande a costo zero…quanti al mondo possono farlo?


La gita veneziana oltre ad un mini giro di shopping si è conclusa in piazza S.Marco dove ci siamo fatte la foto come i turisti: anche noi autoctoni vogliamo il ricordino di Venezia…chi semo, i fioi dea serva? :-)