domenica 10 maggio 2009

Il giro



Non sono per niente un’appassionata di ciclismo, non ho mai approfondito più di tanto la mia scarsissima conoscenza dello sport su due ruote e non conosco i suoi campioni, a parte i più famosi per le imprese ed i premi ottenuti o per le note vicende di doping che circondano questo mondo
Naturalmente essendo una giovanissima ragazza degli anni ’60 ricordo Eddy Merckx più per la stramberia del nome che per sapere cosa aveva fatto, so solo che ha vinto un sacco, poi essendo italiana so che c’è stato Gimondi, Moser, per non parlare dei due miti del dopoguerra Coppi e Bartali che sono diventati loro malgrado due icone di un ciclismo d’antan che viene sbandierato ad ogni piè sospinto come “pulito” è “d’altri tempi”…appunto

I ciclisti comunque per me erano le facce sulle biglie con cui giocavo in spiaggia e da lì non uscivano, restavano relegati in un mondo lontano e misterioso che poi andando avanti con gli anni ha solo sfiorato il mio, senza suscitare passioni o anche solo un vago interesse

Negli ultimi anni la vicenda del doping che con la tragica vicenda di Pantani purtroppo ha segnato il suo momento più eclatante non ha fatto altro che allontanarmi da questo carrozzone che ogni anno si ritrova e compie il suo giro geografico/mediatico in varie nazioni

Quest’anno però tutto è cambiato perché la prima tappa del giro d’Italia si è svolta letteralmente sotto al balcone di casa e quindi mi era impossibile non vedere le squadre che si battevano per la prima maglia rosa in una gara a cronometro, complice la presenza del nipotino che naturalmente da buon esponente dell’universo maschile si è subito entusiasmato a vedere questi esseri mitologici mezzi uomini e mezzi bici bardati con tute e caschi futuribili degni dei power rangers sfrecciare a velocità esagerate per le strade del Lido

Così il bimbo ha contagiato la mamma e le zie e ci siamo trovate tutte sul balcone o in strada a tifare per gli italiani più conosciuti e a battere le mani a tutte le squadre…alla fine Ivan Basso è l’unico nome che ricordo, anche per uno striscione che campeggiava sulla facciata della trattoria di fronte a casa
Anzi no, ricordo anche Armstrong perché anche lui ha avuto problemi di doping (come la maggior parte dei ciclisti poi, da quel che so), e Cavendish perché ha visto la maglia rosa della prima tappa del centenario, primo inglese nella storia: si vede che ho studiato i tg della sera?

Insomma la giornata è stata divertente e potrebbe aver aperto una breccia nel muro granitico della mia indifferenza riguardo a questo sport: in fondo visto che il calcio lo guardicchio e anche lì in quanto a sostanze strane somministrate agli atleti non si scherza perché non dovrei ogni tanto seguire le scalate del premio della montagna o le cronometro individuali?
Intanto ho fatto una scoperta: una ragazza che lavora come traduttrice al giro ci ha detto che la lingua ufficiale del ciclismo è il francese, a causa dell’importanza delle regioni francofone in questo sport (infatti il top per un ciclista è vincere il tour, non chiedetemi perché), ma sicuramente a breve sarà come ovunque spodestata dall’inglese che già con l’avvento di un americano nell’olimpo dei premiati ha dato uno scossone non da poco all’obsoleto francese…vedremo

Oggi il giro è arrivato a Trieste da Jesolo, ha vinto Petacchi in volata sulla maglia rosa Cavendish che da buon inglese gentleman gli ha fatto i complimenti…basta per ora mi fermo qui, non vorrei diventare troppo esperta!

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