martedì 10 marzo 2009

Teatro




Mai come quest’anno sono andata a teatro, complice forse un inverno bello rigido che invoglia a rifugiarsi al chiuso ma anche la possibilità di avere qualche biglietto agevolato da una amica a cui dovrò fare un monumento!!!
Domenica per la prima volta ho visto una commedia di De Filippo in teatro, finora ero rimasta alle versioni televisive con il mitico Eduardo e la sua compagnia, o ai film tratti dalle sue opere, ma stavolta la “Filumena Marturano” me la sono goduta da un palchetto del teatro Goldoni
Il palchetto era l’ultima possibilità di trovare un posto (stavolta niente biglietti scontati!) e con l’alternativa di trovarmi al terzo piano addossata alla parete di fondo ho optato per il primo ordine, palchetto laterale, anzi lateralissimo: se volevamo lanciare fiori dovevamo stare attenti a non pigliare qualche attore in testa perché ci trovavamo appostati come falchetti proprio sopra al palco!

Così dal nostro trespolo abbiamo assistito alla performance del bravissimo Luca De Filippo (che somiglia in maniera impressionante al padre, se si toglie un po’ di altezza e un po’ di peso) e la appassionata Lina Sastri
La Sastri non è tra le mie attrici preferite, l’ho sempre trovata un po’ antipatica, ma dopo l’altra sera non posso che ammettere che è una vera grande attrice, magari non proprio simpatica, ma con una incredibile capacità di entrare nel personaggio e di renderlo vivo e vitale: basti dire che durante lo spettacolo nei momenti topici le scendevano le lacrime a testimoniare quanto era coinvolta

Spesso mi tornava in mente il film con la Loren e Mastroianni, e rivedevo con la mente alcune scene, ma non si può paragonare un film ad un’opera teatrale, anche se quella volta la coppia di attori italiana per antonomasia fece un lavoro superbo, e ci regalò uno dei film più belli del loro sodalizio, con un Soriano indimenticabile e una Marturano sofferta

La fine della serata non poteva andare meglio perché siamo stati invitati a cena per il piatto che io adoro sopra ogni altro e che mi sbaferei a quintali, cioè gli spaghetti con il sugo di cozze, per gli amici “pasta coi peoci”
Cosa c’è al mondo di più buono di un piattone di pastasciutta? E quale pasta è più buona di quella con i peoci? Insomma una serata perfetta, innaffiata da un prosecco comprato dalla sorella in un bar dove il barista cingalese ne ha esaltato le qualità con un perentorio: “Fidati!”
Ed è lo stesso che dico a chi vuole avvicinarsi al teatro: fidatevi

Un salutone ai compagni di teatro e alla bravissima cuoca!

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