lunedì 17 novembre 2008

Giappone, ultimi fuochi



Il tempo passa e il Giappone si allontana nel tempo e nello spazio e anche se le emozioni che questo paese ha saputo darmi sono ancora vive ormai la vita quotidiana ha ripreso il sopravvento e non mi lascia molto tempo per aggiornare il blog…ammetto anche che è un po’ di pigrizia invernale che mi ha attanagliato e non mi lascia più!
No, sicuramente a breve riprenderò le mie uscite sul blog con cadenza un po’ più regolare, in modo da mantenere in vita il mio piccolo diario che dopo i viaggi veri e propri seguirà anche il viaggio della vita "stanziale"…brutto termine ma al momento (ore dieci del mattino) non me ne vengono altri!
Ok, avevo progettato una "chiusa" del Giappone con una serie di considerazioni finali ed eccomi qua a cercare di mettere ordine tra tutti i ricordi di questo bellissimo paese, solo che credevo di riuscire a catalogare meglio il tutto mentre come al solito la mia mente si perde e non mi segue in questi tentativi di inquadramento, quindi non lotto più e lascio che le sensazioni escano a pioggia, senza rete, e quel che viene viene…tanto non sono in lizza per il pulitzer!
La prima cosa che mi viene in mente pensando al paese del sol levante è che si tratta di un posto che offre tante contraddizioni ma senza attriti apparenti, in cui si può trovare il massimo della tecnologia e della modernità ma che offre anche angoli di antico e di tradizioni millenarie, o almeno questo è ciò che ho trovato nelle città visitate
Infatti Tokyo e Osaka che sono due delle città più moderne al mondo nascondono nelle pieghe delle loro strade contorte vecchi templi e negozietti o bettole degne di un racconto dei secoli passati, ma anche Kyoto e Nara che al contrario sono conosciuti come due dei siti più antichi del paese puoi trovare postazioni internet e edifici ultramoderni in cui spiccano statue dedicate ai cartoni animati!
La campagna giapponese purtroppo non l’ho praticamente vista, solo di sfuggita dallo shinkansen quindi non posso dire nulla, solo che il verde del riso è brillante e i boschi di bambù sono uno spettacolo armonico ed inaspettato agli occhi di una occidentale
Il popolo giapponese è entrato nel mio cuore per la sua gentilezza, ma più viaggio più mi rendo conto che i più maleducati al mondo siamo noi italiani, davvero nella mia casistica ho trovato solo persone affabili e più o meno disponibili ma sempre attente e partecipi in tutti i posti che ho visitato, mentre al ritorno in patria non faccio che incocciare in antipatici scortesi che a domanda non rispondono o peggio ti mandano a quel paese…sì non siamo proprio tutti così ma davvero la percentuale di stronzi in Italia è preoccupante ed in continua ascesa!
Certo i giapponesi hanno anche delle peculiarità non da poco, ad esempio il loro attaccamento al lavoro (o alla scuola) e il loro senso di disciplina sono oltre i limiti del normale e sono molto restii nell’espressione dei sentimenti, ma penso che la cosa sia in evoluzione positiva con la contrapposizione alle altre culture più "sciolte" come ad esempio gli italiani, che tra i pregi ha quello di essere uno dei popoli più estroversi al mondo
La fatica del lavoro e dello studio si evince anche dal numero impressionante di persone di tutte le età che dormono in metropolitana e in treno: non ho mai visto così tanta gente pigliare sonno profondamente in qualsiasi angolo utile, e perfino un paio di ragazzi che dormivano in piedi, appoggiandosi alla folla della metro!!!
Un altro ricordo che mi inquieta non poco e su cui ho già disquisito è il rapporto con l’inglese che mi sarei aspettato meno problematico nonostante gli avvertimenti da chi ci era già stato e invece ho trovato proprio a livelli preoccupanti!
Io non parlo un "fluent english" ma me la cavo abbastanza da poter andare da sola in giro per il mondo facendomi capire e riuscendo a capire gli altri senza grossi problemi ma in Giappone dopo vari tentativi andati a vuoto ho dovuto ripiegare per la strategia più ovvia: se dovevo chiedere informazioni mi rivolgevo agli occidentali! La cosa mi ha salvato da crisi di incomunicabilità che non avrei mai creduto possibili al giorno d’oggi, ma tant’è, il Giappone è pieno di contraddizioni, come già detto!
Così anche stasera il corso di giapponese mi aspetta per imparare le basi di questa lingua che non è poi così difficile come sembra, la cosa più rognosa all’inizio è imparare gli hiragana e i katakana, cioè gli alfabeti usati per questa lingua…in realtà usano anche gli ideogrammi cinesi ma quelli per ora li lasciamo stare, troppo complicati!
Certo che al termine del corso dovrò programmare una nuova visita in Giappone per sfruttare la mia perfetta conoscenza della lingua…così sto già risparmiando all’uopo!
Le mie ultime considerazioni giapponesi si fermano qui, se avessi qualche novità editerò il post nei prossimi giorni, per ora vi lascio con l’immagine più delicata e carina che ricordo del mio viaggio: un giorno in metropolitana ho lasciato il posto ad una signora anziana (piccolissima naturalmente) che mi ha ringraziato mille volte con altrettanti inchini tanto da mettermi in imbarazzo, poi mentre io me ne stavo tranquilla a leggere in piedi accanto alla porta mi sono sentita tirare per la giacca ed era lei che appena si era liberato un posto vicino mi aveva subito avvisato con altri mille inchini…devo dire che la scena era un po’ comica ma molto toccante per me che non avevo mai ricevuto una tale quantità di inchini!
Ps: alla fine ho scoperto che il vestito della Presidentessa è di Narciso Rodriguez, un affermato stilista sulla scena americana…a me non piace comunque!

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